Ricordo di Etty Hillesum
Oggi voglio lasciare qualche appunto su
Etty (Esther) Hillesum (Middelburg, Paesi Bassi 1914 – Auschwitz, Polonia 1943),
giovane ebrea olandese che nella sua breve esistenza seppe teorizzare e
soprattutto vivere una forte resistenza interiore al male, tale da farle
guardare con amore anche chi le faceva del male e la colpiva negli affetti più
cari.
Mente
brillante e intelletto curioso, si laureò in giurisprudenza nel 1939 e cominciò
a studiare anche lingue slave e a insegnare russo.
Fu
determinante il suo incontro con lo psicologo Julius Spier, allievo di C.G.
Jung, il quale la spinse a cominciare quel diario che la accompagnerà fino agli
ultimi anni della sua vita e lascierà la traccia del suo luminoso
pensiero.
Etty Hillesum nei suoi scritti ci ha
lasciato la testimonianza di un’evoluzione spirituale straordinaria che matura
proprio quando intorno a lei si stringe la morsa del terrore
nazista.
Mentre si inasprisce la repressione
contro gli ebrei e cominciano le deportazioni di massa, Etty inizia una
battaglia contro l’odio dentro di sé, contro il male nella storia, e matura una
sensibilità religiosa personale, un credo tutto suo, estraneo a chiese,
sinagoghe, dogmi.
All’incontro con il male, la Shoah,
risponde impegnandosi concretamente a estinguere ogni forma di odio dentro si
sé. Da qui nasce l’apertura alla dimensione del Divino, nella quale Dio è
concepito come la parte più interna di se stessa, quell’intimo al quale fare
riferimento quando le circostanze della storia sembrano remarci
contro.
La spiritualità di Etty Hillesum, fatta
di molta introspezione e nessun formalismo ben si attaglia alla necessità,
propria del nostro tempo, di valori forti da interiorizzare non legati al
rispetto di orpelli esteriori dei quali non riusciamo a cogliere il
significato.
Il male, casus che ha generato
la riflessione originaria, non manca; e intatta resta la bontà dell’approccio
interiorizzante che si assume per combatterlo.
Combattere il male che si ha dentro
come prima battaglia contro quello che c’è fuori.
"Per umiliare qualcuno si deve
essere in due: colui che umilia, e colui che è umiliato e soprattutto: che si
lascia umiliare. Se manca il secondo, e cioè se la parte passiva è immune da
ogni umiliazione, questa evapora nell'aria. Restano solo delle disposizioni
fastidiose che interferiscono nella vita di tutti i giorni, ma nessuna
umiliazione e oppressione angosciose. Si deve insegnarlo agli
ebrei.
Stamattina pedalavo lungo lo Stadionkade e mi godevo l'ampio cielo ai margini della città, respiravo la fresca aria non razionata. Dappertutto c'erano cartelli che ci vietano le strade per la campagna. Ma sopra quell'unico pezzo di strada che ci rimane c'è pur sempre il cielo, tutto quanto.
Non possono farci niente, non possono veramente farci niente.
Possono renderci la vita un po' spiacevole, possono privarci di qualche bene materiale o di un po' di libertà di movimento, ma siamo noi stessi a privarci delle nostre forze migliori con il nostro atteggiamento sbagliato: con il nostro sentirci perseguitati, umiliati e oppressi, con il nostro odio e con la millanteria che maschera paura. Certo ogni tanto si può esser tristi e abbattuti per quel che ci fanno, è umano e comprensibile che sia così. E tuttavia: siamo soprattutto noi stessi a derubarci da soli.
Trovo bella la vita, e mi sento libera" (dal Diario (1941-1943), Milano, ed. Adelphi, 1985)
Stamattina pedalavo lungo lo Stadionkade e mi godevo l'ampio cielo ai margini della città, respiravo la fresca aria non razionata. Dappertutto c'erano cartelli che ci vietano le strade per la campagna. Ma sopra quell'unico pezzo di strada che ci rimane c'è pur sempre il cielo, tutto quanto.
Non possono farci niente, non possono veramente farci niente.
Possono renderci la vita un po' spiacevole, possono privarci di qualche bene materiale o di un po' di libertà di movimento, ma siamo noi stessi a privarci delle nostre forze migliori con il nostro atteggiamento sbagliato: con il nostro sentirci perseguitati, umiliati e oppressi, con il nostro odio e con la millanteria che maschera paura. Certo ogni tanto si può esser tristi e abbattuti per quel che ci fanno, è umano e comprensibile che sia così. E tuttavia: siamo soprattutto noi stessi a derubarci da soli.
Trovo bella la vita, e mi sento libera" (dal Diario (1941-1943), Milano, ed. Adelphi, 1985)
Scritti di Etty Hillesum:
Diario (1941-1943), Milano,
ed. Adelphi, 1985
Lettere inedite, in Con Etty Hillesum. Quaderno di informazione e ricerca, n. 1, p. 8-18. Apeiron Editori, Sant'Oreste 2009
Etty Hillesum : pagine mistiche, ed. Ancora 2007
Per un approccio alla figura di Etty Hillesum:
Il
volto : principio di interiorità : Edith Stein, Etty Hillesum, di Cristiana
Dobner, Genova ; Milano, ed. Marietti 1820, 2012
Etty Hillesum : una testimone del
Novecento, di Pascal Dreyer, Roma, ed. Lavoro, 2000
Etty Hillesum : une voix dans la
nuit, di Cécilia Dutter, Paris, ed. R. Laffont, 2010
Etty Hillesum : una coscienza
ispirata, di Sylvie Germain, Roma, ed. Lavoro ; Fossano : Esperienze,
2000
Ritratto di Etty Hillesum / Ingmar
Granstedt, Milano, ed. Paoline, 2003
Etty Hillesum : un itinerario
spirituale : Amsterdam 1941-Auschwitz 1943, di Paul Lebeau, Milano, ed.
Paoline, 2000
Etty Hillesum : un cuore pensante,
di Graziella Merlatti, Milano, Ancora, c1998
Un'estrema compassione : Etty
Hillesum testimone e vittima del lager, di Nadia Neri - Milano, B.
Mondadori, 1999
Credo in Dio e negli uomini :
storia di Etty Hillesum, di Patrick Woodhouse ; prefazione di Rowan
Williams - Torino, Lindau, 2010
Etty Hillesum – L’intelligenza del
cuore, di Wanda Tommasi, Padova, Messaggero, 2002
Link utili:
http://www.ettyhillesum.it/ ricchissimo di indicazioni e
bibliografie anche di testi in lingua straniera