giovedì 15 marzo 2012

Ricordo di Don Lorenzo Milani

Quarantacinque anni fa mancava ai vivi don Lorenzo Milani.
E' una figura che ammiro e ho sempre ammirato, che è stata una delle mie più appassionate letture da giovane studente.
Propongo un suo brano, tratto da "L'obbedienza non è più una virtù" che contiene una riflessione autentica e forte, più che mai attuale.



"Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri. E se voi avete il diritto, senza essere richiamati dalla Curia, di insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi. E almeno nella scelta dei mezzi sono migliore di voi: le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare, distruggere, far orfani e vedove. Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto".

Mi auguro che queste parole non cadano nel vuoto, di leggere qualche commento.

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